Il PNRR e la Digitalizzazione
Delle sei missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ce n’è una dedicata alla digitalizzazione e allo sviluppo tecnologico: la Missione 1 (M1) “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”. Alla missione sono dedicati investimenti per 40,29 miliardi di euro, il 21,05% del totale.
Questa si suddivide in tre componenti principali:
- M1C1: Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA (9,72 mld);
- M1C2: Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo (23,89 mld);
- M1C3: Turismo e cultura 4.0 (6,68 mld).
Gli ambiti di intervento del primo componente sono Digitalizzazione della PA, Innovazione della PA e Innovazione organizzativa del sistema giudiziario.
Nell’ambito della Digitalizzazione della PA risultano significativi gli investimenti del PNRR per i ‘Servizi digitali e cittadinanza digitale’ (2,01 mld) e l’’Abilitazione e facilitazione della migrazione al cloud’ (1mld). Nel primo caso, sono previsti investimenti mirati a migliorare i servizi digitali offerti ai cittadini, come il rafforzamento delle piattaforme PagoPA e AppIO. Inoltre, si prevede l’introduzione di nuovi servizi come la piattaforma unica di notifiche digitali o sperimentazioni in ambito mobilità (Mobility as a Service) per migliorare l’efficienza del trasporto urbano.
Invece, per accompagnare la migrazione della PA al cloud si incentivano le amministrazioni locali al trasferimento di basi dati e applicazioni.
Il divario digitale
La Missione 1 è la seconda per importo degli investimenti, definendo chiaramente l’importanza dello sviluppo tecnologico del Paese. Per comprendere il perché di tali misure, possiamo fare riferimento all’indice DESI (Digitalizzazione dell’economia e della società) un indicatore che, dal 2014, aiuta a monitorare i progressi compiuti dagli Stati membri. Annualmente, le relazioni della Commissione europea individuano i settori in cui intervenire, e permettono di stilare una classifica basata sul livello di digitalizzazione.
In particolare, secondo l’indice al 2022, l’Italia sta colmando il divario rispetto agli altri Paesi UE. Infatti, si classifica al 18 posto con un punteggio di 49, sotto la media europea di 52, in miglioramento rispetto al 2021, quando era 20esima. Incrementano maggiormente la Connettività (+66%) e l’Integrazione delle tecnologie digitali (+10%).
A che punto siamo?
L’avanzamento del PNRR nella digitalizzazione
Il PNRR, in toto, prevede la realizzazione di 164 investimenti e 62 riforme, da realizzare entro il 2026, fissati in target (obiettivi) e milestone (traguardi). Chiaramente, è dalla verifica del rispetto delle scadenze che dipende l’erogazione dei fondi da parte delle Istituzioni europee. Ma a che punto siamo in relazione alla digitalizzazione del Paese?
Dalla ‘Relazione sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza’, aggiornata a ottobre 2022, emerge che la Connettività ha raggiunto traguardi importanti. Infatti, il Dipartimento per la trasformazione digitale ha notificato l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per i progetti di connessione veloce, tra cui “Italia a 1 Giga” e “Italia 5G”, i sub-investimenti “Scuola connessa” e “Sanità connessa”, nonché la misura relativa al “Collegamento Isole minori” (M1C2-16).
In merito alle spese sostenute al 31 agosto 2022, si osserva invece che per la digitalizzazione risultano impiegati 128 milioni di euro.
E in futuro?
Entro la fine dell’anno saranno attuate diverse misure:
- La realizzazione del Polo Strategico Nazionale, un’infrastruttura destinata a ospitare i dati e i servizi strategici delle amministrazioni pubbliche. Si prevede il completamento dell‘infrastruttura del Polo, nella quale dovranno trasferirsi i data center delle Pubbliche amministrazioni, ed il collaudo di quattro data center (M1C1-3).
- Implementazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), per garantire l’interoperabilità dei sistemi informativi e delle basi di dati delle P.A. e dei gestori di servizi pubblici168 (M1C1-4). Sono state approvate le Linee Guida sull‘interoperabilità dei sistemi informativi e sono stati stipulati due accordi di collaborazione, uno con l’ISTAT e uno con il CNR, per la realizzazione del Catalogo Nazionale Dati.
- Istituzione della nuova Agenzia per la cybersicurezza nazionale con l’adozione dei regolamenti relativi all’organizzazione, al funzionamento, al personale e alla contabilità dell’Agenzia. Questi interventi hanno permesso il raggiungimento del traguardo M1C1-5.
- Rafforzamento dei presidi front-line, rendendo più solide le capacità di valutazione e audit della sicurezza delle applicazioni e degli apparati elettronici e definendo l’architettura dell’intero ecosistema della cybersecurity nazionale (M1C1-6). In tale ambito, il 18 maggio il Comitato interministeriale per la cybersicurezza ha approvato la strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026 ed è in corso la definizione dell’architettura dei servizi.
- Istituzione di un Ufficio per la trasformazione digitale, dotato di un pool temporaneo di risorse con competenze tecnologiche, e la costituzione di una nuova società (NewCo) per lo svolgimento di attività di sviluppo, manutenzione e gestione di soluzioni software e di servizi informatici (M1C1-10).